La fibromialgia è una condizione cronica complessa caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, stanchezza, disturbi del sonno e dell’umore. Negli ultimi anni, alcuni studi scientifici recenti hanno portato nuova luce su tre possibili fattori chiave che contribuiscono allo sviluppo e alla persistenza dei sintomi:
👉 disbiosi intestinale,
👉 sarcopenia,
👉 neuroinfiammazione.
Questi elementi, se presenti contemporaneamente, possono alimentare un circolo vizioso infiammatorio che peggiora la percezione del dolore e compromette ulteriormente la qualità della vita del paziente.
La disbiosi intestinale è un’alterazione della normale composizione del microbiota intestinale, ovvero dell’insieme dei microrganismi che vivono nel nostro intestino.
Quando il microbiota è squilibrato, può aumentare la permeabilità intestinale, consentendo il passaggio di sostanze microbiche nel circolo sistemico. Questo innesca una risposta infiammatoria cronica, che può contribuire alla sensibilizzazione neuronale e amplificare la percezione del dolore, come accade spesso nella fibromialgia.
Un altro fattore frequentemente riscontrato nei pazienti fibromialgici è la sarcopenia, ovvero la perdita di massa muscolare.
Questa condizione comporta una maggiore produzione di sostanze infiammatorie, tra cui radicali liberi e citochine pro-infiammatorie, che possono aggravare l’infiammazione sistemica e contribuire alla cronicizzazione dei sintomi dolorosi.
La neuroinfiammazione rappresenta un legame diretto tra disbiosi intestinale, sarcopenia e sintomi neurologici.
Secondo gli studi citati, la combinazione di questi fattori può facilitare uno stato infiammatorio a livello del sistema nervoso centrale, alimentando i meccanismi di sensibilizzazione centrale, tipici della fibromialgia.
Per interrompere questo circolo vizioso, è necessario un intervento mirato su più fronti. Gli esperti sottolineano l’importanza di:
un’alimentazione specifica per ripristinare l’equilibrio intestinale e ridurre la disbiosi;
un’attività fisica regolare e graduale, per favorire il recupero della massa muscolare e contrastare la sarcopenia.
Un approccio combinato che agisce sull’intestino e sulla muscolatura può contribuire in modo significativo alla riduzione del dolore, al miglioramento della funzionalità quotidiana e al benessere generale della persona affetta da fibromialgia.