Ieri, parlando con una paziente che stava seguendo con ottimi risultati un percorso alimentare chetogenico, ho ricevuto una risposta che mi ha lasciata perplessa.
“Il mio gastroenterologo me l’ha sconsigliata per via della familiarità al tumore del colon.”
Una posizione che, nel 2022 (e oggi nel 2025), appare scientificamente superata.
Collaboro da anni con medici che inviano i loro pazienti proprio per iniziare una dieta chetogenica, consapevoli degli effetti antifiammatori e protettivi che questo regime può offrire, inclusa la prevenzione oncologica.
Il carcinoma del colon-retto è tra i tumori più diffusi nel mondo e ogni anno colpisce centinaia di migliaia di persone. Tra i principali fattori di rischio troviamo:
alimentazione ricca di zuccheri raffinati e carni rosse
obesità e sedentarietà
eccessivo consumo di alcol
dieta povera di fibre
Proprio per questi motivi, la dieta chetogenica, che riduce drasticamente zuccheri e stimola processi metabolici alternativi, può rappresentare un supporto concreto nella prevenzione.
Durante la chetosi, il corpo produce una molecola chiamata beta-idrossibutirrato (BHB).
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature (non su Topolino 😉), il BHB è in grado di inibire la crescita delle cellule tumorali del colon.
🔗 Lo studio completo è disponibile qui:
👉 Nature – Beta-hydroxybutyrate suppresses colorectal cancer
I risultati sono chiari: il BHB ha un impatto diretto nella regolazione delle cellule tumorali e potrebbe rappresentare una nuova frontiera di supporto nel trattamento o nella prevenzione
La dieta chetogenica non è una moda né un regime da evitare a priori.
In contesti clinici appropriati e seguita da professionisti qualificati, può rappresentare un potente strumento preventivo — anche nei casi di familiarità per il tumore del colon.
La scienza va ascoltata. E aggiornata.