CISTITE RICORRENTE

Al secondo posto nelle malattie infettive, dopo le infezioni delle vie respiratorie, le infezioni del tratto urinario interessano circa 150 milioni di donne ogni anno, 6 milioni in Italia. L’80% delle infezioni interessa il basso tratto urinario, con notevoli differenze a seconda dell’età e del sesso.
Si definisce ricorrente un’infezione non complicata del tratto urinario che si manifesta 3 volte in 12 mesi o 2 volte in 6 mesi. La ricorrenza dell’infezione ha un fortissimo impatto sulla qualità di vita della paziente, nonché costi sanitari e sociali molto elevati.
Il microrganismo responsabile del 90% delle infezioni ricorrenti non complicate del tratto urinario è senza dubbio Escherichia coli uropatogeno (UPEC): questo batterio presenta, sulla sua superficie, dei pili di tipo I con cui è in grado di aderire alle uroplachine mannosilate e fucosilate di cui è rivestito l’urotelio. Una volta che ha aderito, penetra nelle cellule dove, oltre a causare infiammazione e i sintomi classici dell’infezione acuta, può formare dei reservoir intracellulari quiescenti che si riattivano durante il normale sfaldamento semestrale dell’urotelio
L’approccio più frequente all’infezione acuta del tratto urinario è l’utilizzo di un ciclo breve di antibiotico: il 25% di tutte le prescrizioni di antibiotico è proprio per questa patologia. Tuttavia, l’aumento della resistenza ai trattamenti antimicrobici richiede la ricerca di sostanze bioattive naturali in grado di contrastare l’infezione e che possano essere utilizzate in abbinamento al farmaco, per infezioni acute, o in sostituzione dello stesso in ottica di prevenzione, in caso di infezioni ricorrenti.
D-mannosio e 2’-fucosillattosio sono due sostanze bioattive, il primo con solidi studi scientifici, il secondo con un approccio innovativo, utili al trattamento integrativo delle infezioni delle vie urinarie.